Case ad "A"? Me ne regalo una a Natale
- Marco Ramin

- 29 ott
- Tempo di lettura: 4 min

Non è proprio per caso che tutto sia iniziato in Bosnia ed Erzegovina.
Qualche settimana fa, attraversando il breve tratto di costa di Neum, l’unico sbocco bosniaco sull’Adriatico, il viaggio ha preso una piega inaspettata. Dopo aver percorso i soli venti chilometri di mare, la curiosità di capire cosa si nascondesse oltre le montagne è diventata irresistibile.
Così, con una fotocamera in tasca e una strada bianca davanti, è cominciato un piccolo viaggio nel cuore dell’Erzegovina.
Dalle ultime curve della costa croata in zona Omiš, la strada sale lentamente. Il mare scompare dietro di sé, il verde si fa più intenso e all’improvviso appare un altipiano che sembra sospeso tra due stagioni: una distesa silenziosa di erba alta, vento e case triangolari di legno.

Case ad “A”: l’essenza della semplicità
Sembrano uscite da un manuale di geometria zen.
Tutte uguali e tutte diverse, con i tetti a doppia falda che si toccano a terra, le finestre piccole e simmetriche e quella forma che ricorda la lettera “A”, perfetta e precisa. Sono case prefabbricate, costruite per resistere ai rigidi inverni balcanici e al caldo secco dell’estate. Il loro segreto è la logica: la neve scivola via, il calore si concentra al centro, la luce entra soltanto dove serve. Niente è lasciato al caso. Eppure, guardandole sullo sfondo delle montagne, si percepisce qualcosa che va oltre la funzione: una bellezza autentica, fatta di proporzione e silenzio. È il tipo di architettura che non pretende attenzione ma la ottiene comunque proprio perché è onesta. Ogni linea ha uno scopo, ogni materiale una ragione.
È il contrario dell’eccesso e forse per questo oggi conquista architetti, designer e viaggiatori in cerca di calma visiva.
Design naturale e comfort moderno
Le case ad “A” rappresentano l’incontro perfetto tra funzionalità e poesia architettonica.
A prima vista sembrano semplici rifugi di montagna, ma dietro quella forma essenziale si nasconde una logica costruttiva precisa e intelligente. La struttura triangolare nasce da una necessità: resistere al tempo e al clima.
Il tetto a doppia falda inclinata, spesso realizzato in legno lamellare o acciaio zincato, permette alla neve e alla pioggia di scivolare via facilmente, evitando accumuli e infiltrazioni.

Le pareti, isolate con lana di roccia o fibra di legno, garantiscono un microclima stabile, mantenendo il calore d’inverno e la freschezza d’estate. Ogni componente è studiato per durare, ma anche per essere montato e smontato con facilità: molte di queste abitazioni sono infatti prefabbricate in moduli, spedite su camion e assemblate in pochi giorni direttamente sul terreno.
In paesi come Norvegia, Canada e Stati Uniti, la “A-Frame House” è diventata un’icona.
Negli anni ’60 e ’70 rappresentava il sogno della casa per il weekend, immersa nella neve o nascosta tra gli alberi. Oggi sta vivendo un revival globale, riscoperta come simbolo di sostenibilità e design accessibile. In Giappone e Finlandia, le versioni più moderne sono pensate come micro-lodge turistici, piccoli resort immersi nella natura dove il minimalismo incontra il comfort tecnologico.

Ma ciò che rende le case ad “A” davvero affascinanti è la loro capacità di adattarsi: possono essere rifugi di montagna, abitazioni permanenti, atelier, spazi di ospitalità o perfino suite di lusso.
All’interno, la geometria del tetto crea volumi inaspettati, con soffitti alti e angoli che catturano la luce in modo unico.
La fotografia d’interni trova qui un terreno ideale: le linee oblique e la luce naturale disegnano composizioni che parlano da sole.
Ma quanto costa regalarsi una casa ad “A”?
È la domanda che tutti si pongono dopo averne vista una, immersa nel silenzio di un bosco o affacciata su un prato infinito. La risposta, sorprendentemente, non è proibitiva.
Le versioni base prefabbricate partono da circa 35.000 euro, complete di struttura, isolamento e finiture essenziali.
Salendo di gamma, si arriva facilmente a 120.000 euro per modelli di lusso con vetrate panoramiche, riscaldamento a pavimento, domotica e interni su misura.
Alcune aziende europee consegnano kit già pronti, montabili in meno di due settimane, e completamente personalizzabili nei materiali e nella disposizione interna.
Una casa ad “A” può essere una seconda abitazione, un piccolo rifugio o una guesthouse di charme per chi desidera offrire un’esperienza diversa ai propri ospiti.
Chi possiede un hotel diffuso, un lodge o un piccolo resort può trovare in questo tipo di architettura un’occasione per distinguersi, unire comfort e autenticità e creare un vero racconto visivo del proprio spazio.
Forse la casa ad “A” non è solo un’architettura, ma uno stato d’animo.
È la forma geometrica del silenzio, dell’essenziale, di quella semplicità che oggi sembra quasi rivoluzionaria.
Chi ci entra dentro non sente il bisogno di schermi, rumori o linee superflue.
Sente il legno che respira, la luce che cambia durante il giorno, la pioggia che corre giù veloce lungo il tetto.
Contro il logorio della vita moderna ma più potente del Cynar

In un mondo che ci vuole sempre più connessi e produttivi, una casa così ti invita a scollegarti e restare fermo per un momento. Ti insegna che il lusso non è l’eccesso, ma la misura.
Che la vera bellezza non ha bisogno di ostentare, ma solo di essere vissuta.
E forse sì, a pensarci bene, una casa ad “A” è davvero la risposta contro il logorio della vita moderna.
Meglio del Cynar.
Perché non si beve: si abita.
I signori del Cynar non me ne vogliano, era l'unico modo per chiudere l'articolo.



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