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Immagine del redattoreMarco Ramin

Una Z9 in orbita e la fotografia diventa spaziale


Nikon Z9 foto dallo spazio

La fotografia spaziale è una delle sfide più affascinanti e difficili per i fotografi professionisti. Immaginate di dover scattare foto in condizioni di gravità zero, di radiazioni cosmiche, di temperature estreme e di luce solare diretta. Immaginate di dover documentare le meraviglie dell’universo, dalla Terra vista dall’alto, alla Luna, ai pianeti, alle stelle. Immaginate di dover usare una fotocamera che sia leggera, compatta, affidabile, resistente e di alta qualità.

Questo è il compito che hanno affrontato gli astronauti della NASA, che hanno usato diverse marche e modelli di fotocamere per le loro missioni spaziali. La storia della fotografia spaziale è stata segnata da diverse tappe fondamentali, che hanno visto l’evoluzione delle tecnologie e delle tecniche fotografiche. Ma la più recente e rivoluzionaria è stata quella del 2024, quando la NASA ha lanciato la Nikon Z9, la prima fotocamera mirrorless usata nello spazio.

nikon z9

Ma cos’è una fotocamera mirrorless e perché è così speciale? Per capirlo, dobbiamo fare un passo indietro e ricordare come funzionano le fotocamere reflex, che sono state le protagoniste della fotografia spaziale fino al 2023. Le fotocamere reflex sono dotate di uno specchio e di un pentaprisma, che servono a riflettere la luce proveniente dall’obiettivo verso il mirino ottico, permettendo al fotografo di vedere esattamente ciò che vedrà il sensore al momento dello scatto. Quando si preme il pulsante di scatto, lo specchio si alza e la luce raggiunge il sensore, che registra l’immagine.

Le fotocamere mirrorless, invece, sono prive di specchio e di pentaprisma, e quindi di mirino ottico. Al loro posto, hanno un mirino elettronico, che mostra sul display una riproduzione digitale di ciò che vedrà il sensore. Questo significa che dietro all’obiettivo c’è solo il sensore, che riceve la luce in modo diretto e continuo.

Questa differenza ha dei vantaggi enormi per la fotografia spaziale, poiché le fotocamere mirrorless sono più leggere e compatte, eliminando le parti meccaniche dello specchio e del pentaprisma. Questo le rende più facili da trasportare e da maneggiare nello spazio, dove il peso e l’ingombro sono fattori critici. Inoltre, le fotocamere mirrorless sono più silenziose, perché non hanno il rumore dello specchio che si alza e si abbassa. Questo le rende più discrete e meno disturbanti per gli astronauti, che devono lavorare in un ambiente già rumoroso e stressante. Infine, le fotocamere mirrorless sono più veloci, perché non hanno il ritardo dovuto al movimento dello specchio. Questo le rende più reattive e precise, soprattutto in situazioni di luce variabile e di movimento rapido.

La Nikon Z9 è la fotocamera mirrorless di punta di Nikon, che offre una qualità d’immagine eccezionale, una velocità di scatto elevata, una connettività wireless e una durata senza precedenti. La Z9 ha un sensore da 45,7 megapixel, che consente di catturare dettagli incredibili. La Z9 ha un sistema di autofocus ibrido, che garantisce una messa a fuoco rapida e precisa. La Z9 ha una modalità video 8K, che permette di registrare video in ultra alta definizione. La Z9 ha una batteria da 3300 mAh, che assicura una lunga autonomia. La Z9 ha una connessione Wi-Fi e Bluetooth, che facilita il trasferimento delle immagini alla Terra.

La Nikon Z9 è la fotocamera ideale per documentare e raccontare la vita a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), il laboratorio orbitante dove gli astronauti conducono esperimenti scientifici, tecnologici e umanistici. La Z9 è anche la fotocamera perfetta per immortalare le meraviglie dello spazio, dalla Terra vista dall’alto, alla Luna, ai pianeti, alle stelle. La Z9 è la fotocamera che ci fa sognare, che ci fa scoprire, che ci fa emozionare. La Nikon Z9 è la fotocamera che ha cambiato la fotografia spaziale.


Per i nostalgici dell'era analogica e protodigitale ecco alcuni link con riferimenti ai principali astronauti fotografi che hanno usato le fotocamere nello spazio:

  • Il primo astronauta a scattare foto nello spazio fu Walter Schirra, che nel 1962 portò con sé una Hasselblad 500C, una fotocamera reflex medio formato, durante la missione Mercury-Atlas . La fotocamera fu modificata per ridurre il peso e aumentare la capacità della pellicola.

Il pioniere della fotografia spaziale Walter Schirra e la fotocamera Hasselblad Space 500 C, utilizzata per la prima volta nella sua missione Sigma 7 (due foto), NASA [Mercury Atlas 8], 1962 - 1965
Il pioniere della fotografia spaziale Walter Schirra e la fotocamera Hasselblad Space 500 C, utilizzata per la prima volta nella sua missione Sigma 7 (due foto), NASA [Mercury Atlas 8], 1962 - 1965

  • Il primo astronauta a scattare foto durante una passeggiata spaziale fu James McDivitt, che nel 1965 usò una Hasselblad per immortalare il suo collega Edward White, che fu il primo statunitense a uscire dalla capsula Gemini IV.

  • Il primo astronauta a scattare foto sulla Luna fu Neil Armstrong, che nel 1969 usò una Hasselblad appositamente progettata per l’ambiente lunare, dotata di obiettivi Zeiss e di una piastra Réseau per inserire dei riferimenti metrici nelle immagini. Insieme a lui, anche Buzz Aldrin e Michael Collins fecero parte della storica missione Apollo 11.

Hasselblad Data Camera (HDC) con obiettivo Zeiss Biogon 60mm f/5.6 e pellicola da 70mm. Questa fotocamera, come le altre utilizzate nello Spazio, era dotata di una lastra di vetro trasparente, chiamata Réseau plate, posizionata tra la pellicola e l’obiettivo, su cui sono incise alcune “crocette” nere che, allo scatto, venivano impresse sulla pellicola: perfettamente visibile nelle fotografie scattate dagli astronauti, il reticolo era utile per verificare eventuali modifiche o distorsioni operate alle immagini e per misurare le distanze angolari tra gli oggetti.
Hasselblad Data Camera (HDC) con obiettivo Zeiss Biogon 60mm f/5.6 e pellicola da 70mm. Questa fotocamera, come le altre utilizzate nello Spazio, era dotata di una lastra di vetro trasparente, chiamata Réseau plate, posizionata tra la pellicola e l’obiettivo, su cui sono incise alcune “crocette” nere che, allo scatto, venivano impresse sulla pellicola: perfettamente visibile nelle fotografie scattate dagli astronauti, il reticolo era utile per verificare eventuali modifiche o distorsioni operate alle immagini e per misurare le distanze angolari tra gli oggetti.

  • Il primo astronauta a usare una fotocamera Nikon nello spazio fu Joseph Kerwin, che nel 1973 usò una Nikon Photomic FTN, una reflex 35 mm, modificata per adattarsi alle condizioni spaziali. Da allora, la NASA usò esclusivamente le fotocamere Nikon per le sue missioni.

  • Il primo astronauta a usare una fotocamera digitale nello spazio fu John Glenn, che nel 1998 usò una Nikon D1, una reflex digitale professionale, durante la missione STS-95 dello Space Shuttle Discovery.

  • Il primo astronauta a usare una fotocamera mirrorless nello spazio fu Victor Glover, che nel 2024 usò una Nikon Z9, la fotocamera full frame mirrorless di punta di Nikon, durante la missione Crew-4 verso la ISS.


Aggiornamento della NASA arrivato mentre sto scrivendo questo articolo, con maggiori dettagli anche per i lettori più precisi:

La Stazione Spaziale Internazionale (ISS) sta subendo una trasformazione tecnologica con le nuovissime fotocamere Nikon Z9, che sostituiscono le vecchie DSLR Nikon. 13 fotocamere Nikon Z9, insieme a 15 adattatori FTZ II e oltre 15 obiettivi NIKKOR Z, sono state inviate alla ISS a gennaio attraverso una missione di Northrop Grumman per la NASA. Lanciata dallo Space Launch Complex 40 presso la Cape Canaveral Space Force Station il 30 gennaio 2024, a bordo della navicella spaziale cargo Cygnus, trasportata dal razzo SpaceX Falcon 9, la Nikon Z9 è diventata la prima fotocamera mirrorless utilizzata dall'equipaggio della stazione spaziale.

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