Wim Wenders torna e fa centro pieno con il capolavoro intitolato "Perfect Days", un film che sembra essere il rimedio perfetto per questo periodo di incertezza e cambiamento.
In un modo unico, il film sembra un'opera giapponese, ma è animato dalle idee sviluppate da Wenders nel corso della sua carriera. Sorprendentemente, questo film riesce a catturare l'attenzione anche di coloro che potrebbero resistere all'idea di acquistare un biglietto per il cinema solo sentendo il nome di Wenders.
Al centro della trama c'è un uomo che svolge un lavoro apparentemente poco attraente: la pulizia dei bagni pubblici a Tokyo. Per gli occidentali, questi bagni diventano la prima parte di uno spettacolo affascinante. I giorni perfetti dell'uomo, immerso in una routine fatta di lavoro pacifico, ritmi tranquilli e cortesie quotidiane, si rivelano un'esperienza di straordinaria serenità. Al ritorno a casa, la lettura di libri e l'ascolto di musica su audiocassette completano un'intensa trama di quiete e contemplazione.
Scrivo queste poche righe sul film perché è maledettamente in contrasto assoluto con l'ansia da notifica, con il tempo-non-tempo che viviamo e con l'intangibile. Scrivo anche dal punto di vista fotografico, per i colori, per le inquadrature, per la luce e anche per un dettaglio da cercatore di compatte a pellicola: il film introduce la Olympus Mju I, una macchina fotografica analogica, che diventa parte integrante della narrazione. Le fotografie catturate con questa macchina aggiungono un tocco di lentezza e nostalgia, enfatizzando la bellezza del momento.
Il suono delle musicassette, con registrazioni di artisti come Lou Reed e The Velvet Underground, contribuisce a creare un'atmosfera unica e senza tempo, resistendo alla digitalizzazione.
"Perfect Days" è un inno al bene comune, una storia che avvicina gli spettatori all'importanza della cura del pubblico. Il protagonista, attraverso la sua routine di lavoro e i rapporti occasionali, incarna l'ideale del bene comune. Nonostante le difficoltà e i misteri legati al suo passato, ciò che resta impresso sono le giornate di serenità spese a prendersi cura di qualcosa che appartiene a tutti.
Koji Yakusho, veterano del cinema giapponese, interpreta il protagonista con una serenità così contagiosa che diventa difficile non desiderare di trovarsi al suo posto. Il film, oltre a offrire una narrazione coinvolgente, esplora la possibilità di catturare l'essenza di una città, il suo spirito e l'identità attraverso i suoi ritmi.
In un mondo in cui la routine quotidiana può sembrare banale, "Perfect Days" ci ricorda che c'è bellezza e significato nelle attività più semplici. Nonostante la sua origine tedesca, il film abbraccia il senso del lavoro e la dedizione al servizio della comunità giapponese, creando un'esperienza cinematografica esotica per gli spettatori occidentali.
L'arrivo della nipote nel corso del film introduce nuovi elementi e informazioni sul passato, trasformando la percezione della routine lavorativa. Questo gioco sottile con la narrativa conduce gli spettatori, insieme al protagonista, verso un finale che trasforma un film inizialmente tranquillo in un'esplosione emotiva irresistibile. "Perfect Days" è, senza dubbio, il miglior film di Wim Wenders e con il Giappone che lo ha scelto come rappresentante per l'Oscar al miglior film straniero, è anche uno dei favoriti per la vittoria finale.
Andate al cinema e spegnete il telefono. Per un weekend.
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